Pittore spagnolo. Compiuti gli studi letterari e teologici fu ordinato
sacerdote. Tra il 1607 e il 1609 soggiornò in Italia, quindi, rientrato
in Spagna, lavorò a Siviglia e a Olivares, dove divenne canonico della
collegiata. Dopo il periodo di decadenza seguito alla fioritura manierista nella
pittura spagnola, Juan de Ruelas si presentò come innovatore,
introducendo nella scuola sivigliana una nuova tecnica luministica, di
ispirazione caravaggesca, e l'uso di un cromatismo più acceso e variato
rispetto ai toni cupi dello stile precedente. Nel
Martirio di
Sant'Andrea, eseguito nel 1612 per l'altare maggiore della Cappella dei
fiamminghi nel seminario di Siviglia e attualmente conservato nel Museo della
città, il suo stile appare perfettamente maturo: il complesso impianto
compositivo e l'uso di una luce meno tagliente e di tono più caldo fanno
pensare ad un contatto con la pittura di Rubens. Sempre nel 1612 realizzò
quello che viene considerato il suo capolavoro, la
Morte di Sant'Idoro,
nel quale può già riconoscersi uno stile prebarocco. Tra le opere:
Morte di Sant'Ermenegildo (1603),
San Giacomo a cavallo nella
battaglia di Clavijo (1609),
Liberazione di San Pietro (1612),
Circoncisione, Sant'Anna che insegna a leggere alla Vergine, Immacolata,
Natività (1625),
Miracolo della Madonna della neve (1625)
(Siviglia 1559 circa - Olivares, Siviglia 1625).